Fly me to the Moon.

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  1. miry«
     
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    Mi dispiacque più di quanto pensassi salutare sia Jack che Ianto, davvero, ma per la prima volta in vita mia sapevo con certezza che non sarebbe stato un addio. Nessun intoppo temporale, nessun alieno, niente di niente mi avrebbe impedito di tornare a trovarli a Cardiff. Lo dovevo ad entrambi, e perfino a Rose. E anche a me stesso. Per la prima volta in vita mia, sentivo di avere come una famiglia da cui tornare, ed era una bellissima sensazione, una sensazione che mi mancava. In quel momento, però, era ora che io mi dedicassi alla parte più importante della mia famiglia: la ragazza che, la mano stretta alla mia, stava tornando con me a casa, nel Tardis.
    Restammo entrambi in silenzio durante il tragitto forse per l'incredulità che tutto questo stava accadendo davvero, forse per l'imbarazzo o forse semplicemente perchè non avevamo bisogno di parole. Arrivati davanti alla mia cabina blu, lei mi lasciò la mano ed entrò senza chiedere il permesso, e io non dissi niente. Non aveva bisogno del permesso per rientrare in casa. La seguii, camminando lentamente e seguendola con gli occhi mentre si guardava bene attorno, quasi cercando di riconoscere ogni particolare. Non le staccai gli occhi di dosso e, nel farlo, un sorriso spuntò sincero sul mio viso. Solo in quel preciso momento, realizzai che quello era tutto vero, che lei era veramente nel Tardis con me e che non se ne sarebbe mai più andata. Mai più.
    Mi fermai alla fine del corridoio d'entrata, lanciai il cappotto al solito posto e poi misi le mani in tasca, aspettando dicesse qualcosa. Ma lei si limitò a guardami, e il mio sorriso si allargò prima che me ne rendessi conto.
    Quindi toccava a me parlare, fantastico. Mi avvicinai piano a lei, non sapendo che dire. Mi passai una mano tra i capelli.
    «Rose...» iniziai, non sapendo davvero che dire. Mi schiarii la voce. «è così bello riaverti qui, con me.»
    Ero sincero e avrei voluto aggiungere altro, ma il fatto di essere soli non aiutava per nulla. Non ero mai stato bravo con le parole se si trattava di sentimenti. Così feci un altro passo, raggiungendola, e semplicemente la strinsi a me, forte, affinché con quell'abbraccio capisse veramente cose volessi dirle se solo avessi trovato le parole adatte. Sapevo che non le sarebbe bastato, che avrebbe voluto di più, avrebbe voluto mi aprissi e fossi meno imbranato, ma ancora non ci riuscivo. E giurai a me stesso, per lei, che mi sarei sforzato a farlo.
     
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22 replies since 22/1/2014, 18:51   206 views
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