Fly me to the Moon.

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  1. miry«
     
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    Non dissi altro, aspettai che fosse lei a parlare, e le lasciai tutto il tempo necessario. Non avevamo alcuna fretta... Beh teoricamente qualcuno mi aspettava a Parigi, praticamente nessuno era importante quanto Rose. Nessuno. Avevo conosciuto miliardi e miliardi di persone e avevo visto miliardi e miliardi di luoghi, ma potevo vederne ancora miliardi e più che nessuno, e sottolineo nessuno, sarebbe stato importante per me quanto la mia piccola, fantastica Rose. Quando prese a parlare ero prontissimo a rassicurarla, sicuro lei iniziasse a parlare della sua famiglia e di quanto gli mancasse. Ma, come sempre, lei mi sorprese e non poco con quelle stupende parole. Sentii i miei cuori battere sempre più forte per poi mancare un battito ciascuno quando chiaramente ammise di amarmi. Non era la prima volta che me lo diceva, ma certamente quelle circostanze erano totalmente diverse da queste. In primis, io ero convinto non l'avrei più rivista; secondo, non eravamo così vicini, così a contatto. Mi chiesi se lei avesse sentito la reazione dei miei cuori alle sue parole e se si fosse accorta fossi rosso in volto. Perchè si, sapevo di esserlo. Come sapevo che mi conosceva così bene da immaginarsi la mia reazione.
    "Già, Dottore, qual'è la tua reazione?" Questa era una bella domanda. Ero solo riuscito a sorridere come un ebete - felice eh, ma pur sempre ebete - e mi ritrovavo di nuovo in quell'odiosa circostanza in cui non sapevo quale fosse la cosa giusta da dire o fare, o la sapevo ma non avevo il coraggio di farla. Erano tante le opzioni, tantissime, e non sapevo nemmeno quale lei volesse. Sospirai felice e cercai di essere il più spontaneo e aperto possibile, riuscendoci solo a metà. Le posai un bacio sui capelli e, restando lì, sussurrai:
    «Ti amo anch'io Rose..» Questo fu tutto quello che riuscii a dire, e fu anche già tanto. Avrei voluto aggiungere che non c'erano problemi, che non doveva spiegarmi niente, ma lasciai che dalla mia bocca uscissero solo quelle 5 parole: semplici ma sincere e riassuntive. Spostai le labbra dalla sua testa e tornai ad abbracciarla solamente, aspettando finisse di sfogarsi. Mi scostai di poco per vederla ma sia senza sciogliere l'abbraccio, sia senza starle troppo vicino col volto. Non volevo rischiare. Non dissi niente, semplicemente sorrisi e tolsi un braccio da attorno a lei per estrarre un fazzoletto dalla tasca della giacca e porgerglielo. Sovrappensiero, asciugai una lacrima rimasta sulla sua guancia con un dito, sorridendo.
     
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22 replies since 22/1/2014, 18:51   206 views
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