Fly me to the Moon.

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  1. Leah.
     
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    Ci volle un po', prima che le lacrime terminassero, prima che quella vocina dentro di me non dicesse "Basta". Quella piccola e debole voce si era fatta sentire, si era esposta tra tutta quella malinconia e tristezza. Quella parte di Rose che mi ero lasciata alle spalle, che avevo dimenticato; l'avevo lasciata nell'ombra, soffocata dal dolore, chiusa in quella rete di rassegnazione. Ora respirava di nuovo, ora era arrivato il suo momento. Quella Rose, con gli occhi infuocati e il cuore rinato. Lei era tornata.
    La prima volta che il Dottore mi aveva lasciato, era rimasta lasciata ferita. La seconda volta, si era arresa. Anche io l'avevo lasciata: lei era tutto ciò che mi ricordava il Dottore, lei era un dolore troppo forte da sostenere. Avevo vissuto lasciando che le altre parti di me prendessero il controllo del mio corpo, ormai ridotto a una marionetta spezzata. Ero un fantoccio fatto a brandelli dai ricordi.
    Ora però era diverso. Lei era tornata, Io ero tornata. Riavevo una vita davanti e avrei combattuto per viverla nei migliori dei modi con l'uomo che amavo.
    Avevo perso tutto ciò che avevo.. Ma ne ero davvero sicura? La mia famiglia mi aveva già perso, da molto tempo. Anche loro vivevano con un ricordo di me che non corrispondeva più alla realtà. Non ero più la loro bambina, ero un fantasma che viveva in un corpo che non gli apparteneva più. E loro lo sapevano, eccome se lo sapevano. Ora il mio compito era renderli fieri di me. Anche se non potevano vedermi, sentirmi ed abbracciarmi, io li avrei resi fieri. Per quello che mi riguardava, sentivo ancora il profumo di mia madre e la risata di mio padre, vedevo il sorriso di mio fratello. Sapevo anche che una tazza di té avrebbe risolto ogni problema, non sarebbe stata mia madre a prepararla, ma sapevo che per lei sarebbe stata la soluzione giusta. Loro sarebbero stati con me, sempre.
    Presi il fazzoletto che mi porse il Dottore, asciugai le ultime lacrime, grigiastre e nere a causa del trucco colato. Mi promisi che quello sarebbe stato il mio ultimo crollo, che mi sarei sbarazzata di quelle ultime lacrime e che avrei ricominciato da zero. Sbagliando, inciampando e rialzandomi sempre.
    Ecco la parte di me che era riemersa, quella che aveva fiducia e, soprattutto, speranza. Abbozzai un sorriso e poggiai la fronte sulla tempia del Dottore. *Si Rose, è reale* mi ripetevo *E' lui*.
    Ero riuscita a "sputare" fuori ciò che provavo e non me ne pentivo. Forse era quello che avevo davvero bisogno per riappropriarmi di me stessa. Ora i miei occhi avrebbero avuto una luce diversa, il mio cuore avrebbe ricominciato a battere come prima.
    «Grazie» mormorai. Rimasi immobile per pochi secondi, chiedendomi se quello che stavo per fare sarebbe stata la scelta giusta, ma poi mi dimenticai di tutti quei ragionamenti: se mi sentivo di farla, perchè doveva essere sbagliata?
    Mi allontanai di poco, incrociando il suo sguardo. Quegli occhi, così carichi di ricordi e vite vissute. Quegli occhi che mi avevano rapito, che avevo visto cambiare, che mi avevano fatto innamorare. Mi morsi leggermene il labbro inferiore, per poi avvicinare le mie labbra alle sue, lentamente e dolcemente. Gli schioccai un bacio, rimanendo poi a pochi centimetri di distanza, non sapendo bene che fare, sapendo solo che avevo fatto la cosa giusta.
     
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22 replies since 22/1/2014, 18:51   206 views
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